12 ottobre, 2011

Gira a sinistra

Tessere la tela e ricominciare da dove il filo si era lasciato.
Sempre Roma.
Ci spostiamo però di direzione perché, avendo come riferimento sempre l'amica stazione Termini, se prima puntavamo a destra adesso si va tutto a sinistra.
E come celebrarla questa svolta a sinistra?
Promuovendo due grandi mostre ospiti del Palazzo delle Esposizioni ed inaugurate entrambe ieri, martedì 11 ottobre, dal titolo: 
"Aleksandr Rodčenko" e "Realismi socialisti. Grande pittura sovietica 1920 - 1970".
Ad entrambe fa da sfondo l'ex Unione Sovietica: con Rodčenko (1891-1956) - artista sperimentatore nel settore grafico, fotografico, pittorico ed artistico - ci troviamo in pieno clima Avanguardia russa, la più straordinaria stagione creativa russa del ventesimo secolo; mentre con la corrente che fa capo alla pittura realista socialista assistiamo ad un arco di tempo che va dal 1920 al 1970 e cioè agli anni in cui lo stato sovietico sostiene con rigore morale la pittura realista esaltando il ruolo sociale che l'arte era tenuta ad avere e dando privilegio al contenuto piuttosto che alla forma (netto contrasto con le ideologie dell'avanguardia).
 Fotografia e pittura. 
La prima sperimentale, la seconda fedele al partito e alle sue ideologie.
Aleksandr Rodčenko non approda dal nulla all'arte della fotografia bensì vi arriva per gradi quando era già pittore, grafico e designer, ed in questo senso, come sottolinea egli stesso, le sue immagini sono parte integrante delle sue ricerche pittoriche. 
Memorabili e presenti in mostra sia la celebre Gradinata che Ritratto di madre.


Aleksandr Rodcenko
Gradinata, 1929



Introduttore dei principi del costruttivismo russo in fotografia; le sue pose, i suoi tagli e scorci anticlassici per il periodo gli vennero rivoltati contro per lasciar spazio al meno irruente movimento realista socialista.
Dal canto suo invece "Realismi socialisti. Grande pittura sovietica 1920 - 1970" vuole mostrare una ricostruzione rigorosa della storia della pittura in Unione Sovietica mettendo in luce sia gli artisti meno noti - qui da noi in occidente - come Viktor Popkow, che quelli  più famosi come Aleksandr Deneika.

Viktor Popkow
Costruttori edili di Bratsk, 1960

In sette sezioni la mostra ci presenta oltreché questioni, temi e approcci all'arte tra i più diversi, anche il susseguirsi degli eventi e della storia dall'avvio della stagione brezhneviana agli anni settanta, periodo oltre il quale le tendenze dell'arte ufficiale sovietica seguiranno tutte modi e stili tra i più disparati.
Entrambe in mostra fino all'8 gennaio 2012.


Le vedrò anche io prossimamente.
Ma a voi soprattutto le consiglio perché è la prima volta che nel nostro Paese vengono mostrate nella loro quasi totalità e varietà le opere e di Rodčenko e del movimento realista socialista sovietico.


A chi non se le perderà auguro una buona visione.


Mela..
Per maggiori informazioni,
PALAZZO delle ESPOSIZIONI:
Via Nazionale, 194 
ORARI MOSTRE:
Martedì, mercoledì, giovedì: 10.00 - 20.00
Venerdì e sabato: 10.00 - 22.30
Domenica: 10.00 - 20.00


OFFERTE TRENITALIA per RAGGIUNGERE ROMA:
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25 settembre, 2011

Metti una sera a cena sul tram...

Milano, 1928. Milano, 2011.
L'elemento comun denominatore è Milano ma quale delle due date è quella corretta?
Tutte e due, eh già.
La sera è quella di ieri, 24 settembre 2011; il tram invece, ad un'unica vettura, risale al 1928.
Mescolando insieme gli elementi ciò che ne deriva dà il nome stesso al ristorante: ATMosfera.
Romantica e allo stesso tempo magica. Milano è anche questa.

Piazza Castello angolo via Beltrami, ore 20.
Circondati da anziani impazienti, business man desiderosi di scoprire l'altro lato di quest'enigmatica città e da giovani e meno giovani coppie di coniugi e fidanzati, ci apprestiamo a salire a bordo dove ad attenderci ci sono oltreché il maître e lo chef, anche tovaglie di broccato, calici e posate d'argento.

Si brinda qui, sul binario, tra prosecco e tartine mentre si aspetta la partenza verso una Milano inedita, vestita a festa per la chiusura della kermesse fashion stylist, ed avvolta dal candor soave dello scintillio di luci di palazzi, di monumenti e di negozi.


Ed intanto si cena. 

Tre i differenti menù tra cui scegliere: di pesce, di carne e di verdure. E poi vino, vino e ancora vino, il giusto per inebriar la mente e ritrovarsi a metà tra lo scenario del gran ballo di Vienna e la magia dell'Orient Express tra flash di fotografi e giornalisti intenti a coglier volti e vestiti in piazza Sant'Eufemia.

E così si viaggia, tra ricordi ancora vivi e mai sopiti di una città che per me e per noi è stata, e nuove emozioni iniziate col viversi ieri.



 Tutti a bordo... A guardar il mondo.


Grazie a chi ha reso possibile questo.

Mela..



Per maggiori informazioni:

23 luglio, 2011

"Appartenere ad un unico tutto, nel bene e nel male."

"Quando arrivò a capo della creazione, Dio si frugò nelle tasche e trovò una manciata di granelli di polvere. Rovesciò le tasche, strofinò i polpastrelli, la polvere cadde e fece la Norvegia, mari e monti, isole e fiordi. Nessun posto del mondo è così bello e così civile."

Post giornata lavorativa.  Rientri a casa, accendi il pc e leggi: "Attentato terroristico nella città di Oslo e sull'isola Utoya. La Norvegia è sotto shock." Ok, ho letto male, non può essere possibile, non può trattarsi della Norvegia che conosco io.
Quindi torni indietro e cerchi un altro articolo ma in questo modo non ricevi altro che conferme. 

Si Mela, parlano proprio della Norvegia che conosci tu.


Intanto nella mente riecheggia il bianco candido della neve, il silenzio del sabato mattino, la pace e la tranquillità sulla riva del fiordo, il cappello a coccinella di una bimba, la multietnicità degli sguardi scambiati nelle strade, l'obelisco intrecciato d'umani di Vigeland, le palette su cui i bambini si facevano scivolare nelle bianche colline, la sigaretta dalle mille interpretazioni di quell'uomo sulla riva del porto, la compostezza dei mendicanti e " L'urlo" di Munch.
Ed è proprio l'opera dell'artista norvegese per eccellenza a riportarmi alla realtà.
Attonita davanti alle immagini dei servizi del Tg, urla, macerie e visi insanguinati trasformano i ricordi in pure illusioni.
Illusioni di un passato che la Norvegia in questo momento non potrà più garantire. Se prima la politie norvegese agiva disarmata in città adesso Oslo è sotto il completo presidio dell'esercito. 


Ormai nel mondo nessun posto è più un luogo sicuro.


Non solo, il gesto completamente folle e insensato di questo fondamentalista cristiano xenofono d'estrema destra ci pone a pari livello dei più ignoranti attentatori addestrati sotto le fila di Al-Qaeda, prima di tutto questo egli era infatti un "comune" - non dimentichiamo la sua passione per le idee filonaziste - giovane occidentale ed istruito.

Mi piace chiudere questo sfogo come Adriano Sofri fà su Repubblica
"Noi iscriviamo nostri ricordi e saluti sulle tombe dei morti. (In Norvegia) Là sono i morti a salutare chi è rimasto, con tre monosillabi: "Takk for alt". Grazie di tutto."


Mela..